Raduno Giovani 2009

Anche quest’anno siamo arrivati all’appuntamento con il raduno nazionale giovani della FIAB, giunto al suo quarto anno, dopo l’isola d’Elba, le valli pordenonesi e la Puglia è arrivato il momento della Sicilia ed in particolare delle province di Palermo e Trapani. Il raduno della durata di 6 giorni si è svolto da martedì 25 a domenica 30 agosto pedalando in quattro tappa da Palermo a Palermo passando per Castellammare del Golfo, Trapani, Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, oltre ad innumerevoli piccoli e grandi abitati, per poi prendere il treno per rientrare a Palermo.

Inizio ufficiale del raduno era prefissato per le ore 19,00 di martedì ma già durante tutto l’arco della giornata i partecipanti sono arrivati in piccoli gruppi, in base al mezzo che hanno pensato per raggiungere la meta, appena sistemati nelle stanze il raduno inizia ufficialmente con il benvenuto. Dopo una riunione, per fare conoscenza e informare tutti sui percorsi che dal giorno dopo avremmo intrapreso, ci siamo mossi per fare la prima pedalata del raduno, ovvero partecipare alla Selle di Stelle che periodicamente Coordinamento Palermo Ciclabile organizza per le strade della città. Al rientro dal giro tutti a nanna per prepararsi alle imprese dei prossimi giorni.

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Giorno 26 agosto (Palermo-Castellammare del Golfo), primo giorno di viaggio sulla carta ed anche in realtà il giorno più impegnativo sia per la temperatura, che già dalle prime ore del mattino si dimostra elevata, sia per il percorso che risulta molto impegnativo per i dislivelli da affrontare. In questa tappa lunga 67 km. abbiamo attraversato molti paesi della provincia di Palermo tra cui Isola delle Femmine, Cinisi, Terrasini, nel tragitto abbiamo attraversato anche Sferracavallo un piccolo borgo marinaro alle porte di Palermo, per giungere ed attraversare i paesi di Trappeto, Balestrate, Alcamo marina raggiungendo in fine alla nostra prima metà il paese di Castellammare del Golfo. Prima di entrare in paese si decide una sosta per il bagno, che tutti attendevano dalla partenza, ma arrivati alla spiaggia ci attende una brutta sorpresa, durante la giornata a spirato un forte vento di scirocco che ha agitato il mare ed il fondale facendo diventare l’acqua verde e limaccioso, ma alcuni di noi hanno deciso comunque di fare un bagno dopo una attesa così lunga. Dopo un’oretta ci decidiamo di muoverci in direzione dell’albergo che si trova in prossimità del porticciolo turistico, e intorno al quale si svolge la vita notturna di Castellammare, arrivati in albergo prendiamo posto nelle stanze doccia rigenerante e subito a cenare in un grazioso ristorante sul mare. Per poi dedicarci ad una passeggiata rilassante ed un gelato prima di rientrare in albergo per il meritato riposo dopo una lunga giornata.

Giorno 27 agosto (Castellammare del Golfo-Trapani), secondo giorno di viaggio anche questo molto impegnativo sia per il caldo che per il percorso, con una lunghezza di circa una 50/55 km.. La giornata sembra partita bene, ma non sapevamo che sarebbe stata funestata da una serie di eventi negativi, in sequenza abbiamo “subito”, rottura di una catena, foratura di una gomma, caduta di una delle ragazze ed fine per chiudere la giornata nel albergo di Trapani durante la cena i ragazzi, che hanno chiesto un primo di pesce, hanno trovato del vetro nella pasta. Questa giornata, prevista come la seconda ed ultima in cui avremmo trovato salite e tratti impegnativi, si presenta alle nostre gambe da subito per quella che era, per uscire dal paese imbocchiamo una ripida salita accanto all’albergo (ed appena terminiamo il primo tratto di salita incorriamo nel primo stop della giornata, la rottura della catena che ripariamo in modo molto rapido grazie alle giuste attrezzature ed alla mia conoscenza della procedura per la riparazione) che tramite alcune vie interne all’abitato ci permette di salire fino al “belvedere” (ad un’altezza di circa 190 s.l.m.), dove c’era ad attenderci Daniele un amico che ci ha accompagnati per un tratto di questa giornata, da cui si può ammirare una grandiosa vista del paese e del suo porto. [singlepic id=14 w=120 h=90 mode=web20 float=right] Ripartiamo dal “belvedere” e riprendiamo nuovamente la statale che continua a salire per 500 mt. e dopo inizia una lunga discesa che ci porta la bivio di Scopello dove ci arrestiamo a causa del secondo stop, la foratura, che viene comunque riparata velocemente e siamo pronti a ripartire. Dopo la riparazione siamo pronti per affrontare la discesa che dal bivio ci porta fino alla spiaggia di Guidaloca dove decidiamo di non sostare perché nasce il desiderio di salire fino all’ingresso Sud della riserva naturale dello ZINGARO. Raggiungere l’ingresso della riserva è un’impresa molto impegnativa, a renderla tale è principalmente il caldo perché arriviamo quasi ai 40° C e pedalare in salita fino all’ingresso diventa proibitivo, anche se le pendenze non sono notevoli (si parte da 0 mt. slm fino a 80 mt. slm in poco più di 5 km.). Giunti all’ingresso della riserva lasciamo le bici per proseguire a piedi per circa 800 mt. per raggiungere la prima “caletta” (in Sicilia caletta significa una piccola insenatura nella roccia dove esiste anche una piccola spiaggia) con la sua spiaggetta di ciottoli dove ci siamo fermati per il bagno. La sosta è durata all’incirca un’ora dopo di che ci siamo spostati nell’area attrezzata della riserva [singlepic id=17 w=120 h=90 mode=web20 float=right] per poter consumare il pranzo e alle 15.30 ci siamo rimessi in viaggio per raggiungere Trapani dove abbiamo pernottato. Alla ripartenza da Scopello decidiamo di far percorrere al gruppo una strada alternativa che molto più semplice da affrontare rispetto alla strada da cui eravamo arrivati e ci porta più avanti in statale rispetto a dove siamo usciti. Da qui in poi ci sarà una salita unica per oltre 6 km. fino ad arrivare al bivio di Balata di Baida, dove abbiamo affrontato una piccola salita (meno di 400 mt.), qui l’incidente , una ragazza forse per un leggero mancamento perde l’equilibrio e crolla a terra, nella caduta, le salta il casco e batte la testa, dopo le prime cure portate con l’ausilio della cassetta di pronto soccorso (fondamentale in questo tipo di viaggi), si attende l’arrivo dell’ambulanza per il trasferimento in ospedale, fortunatamente alla fine tutto si risolve con tre punti di sutura ed un leggero trauma cranico. Dopo l’incidente cerchiamo di alzare il ritmo della pedalata in modo da arrivare a Trapani nel minor tempo possibile. Dal punto dell’incidente in poi, la strada da affrontare per giungere a destinazione è stata quasi del tutto pianeggiate tranne per due salite, la prima per attraversare l’abitato di Crocevia e l’altra mentre attraversavamo l’abitato di Valderice, e subito dopo una lunga discesa fino a giungere all’albergo. Giunti in poco meno di due ore (eravamo a 20 km. da Trapani) all’albergo abbiamo cenato immediatamente perché le cucine chiudevano alle 21.30, possiamo scegliamo tra due primi, uno di pesce (spaghetti con le vongole) e uno di carne (lasagne al forno), purtroppo quando una giornata inizia male non può finire meglio di com’è cominciata, infatti negli spaghetti vengono trovati cocci di vetro che potevano avere gravi conseguenze se ingeriti. Alla “fine” della cena noi organizzatori siamo saliti in ospedale per accertarci delle condizioni della nostra compagna di viaggio, che come detto in precedenza si è risolto con un danno limitato. Rasserenati dalla notizia delle sue condizioni siamo tornati in albergo per riposarci e prepararci per la tappa successiva.

Giorno 28 agosto (Trapani-Mazara del Vallo), terzo giorno di viaggio, la lunghezza del percorso e di poco meno di 70 km. ma tutto pianeggiante, l’unica reale difficoltà trovata durante il tragitto è la temperatura elevatissima (in alcuni punti abbiamo pedalato con oltre 40°). La giornata prevedeva la visita alla Riserva Naturale Orientata (R.N.O.) saline di Trapani e Paceco dove abbiamo avuto la possibilità di visitare uno degli antichi mulini a vento [singlepic id=16 w=120 h=90 mode=web20 float=center] (questi mulini servivano per trasferire l’acqua salmastra da una vasca all’altra) oggi sede e centro visite del WWF, accompagnati dalle due operatrici della riserva abbiamo fatto un percorso informativo su cosa è la riserva, le attività che si svolgono all’interno dell’area della riserva, la fauna e la flora presenti nella riserva e su come si muove il WWF per preservare tutto questo. La visita si è divisa in due parti, la prima all’interno del centro visite dove hanno spiegato la forma delle saline, i nomi delle vasche (perché le saline sono divise in diverse vasche con nomi diversi in base al tipo di processo in atto all’interno di essa), la fauna e la flora che si può osservare all’interno della riserva, la raccolta del sale e gli strumenti che si utilizzano nella salina per la raccolta. [singlepic id=15 w=120 h=90 mode=web20 float=center] La seconda parte della visita si è svolta nei pressi dell’abitato di Nubia che si trova a ridosso delle saline dove siamo arrivati per assistere alla raccolta del sale (essendo agosto periodo di raccolta), raccolta ancora effettuata manualmente come nei secoli passati sopratutto nelle saline di proprietà di piccoli imprenditori, le uniche aggiunte moderne per facilitare il lavoro dei “salinari” sono state le carriole per trasportare il sale ed il nastro trasportatore per spostare il sale sugli argini delle vasche. Alla fine della visita, ringraziate le nostre accompagnatrici, decidiamo di spostarci a Nubia per acquistare tutto il necessario per il pranzo e poi ci dirigiamo in direzione del museo del sale dove decidiamo di fermarci per pranzare sotto il portico del museo per avere un po d’ombra. Alla fine del pranzo e dopo un’oretta di riposo riprendiamo la strada (ancora lunga) per arrivare a Mazara del Vallo, ma prima di arrivare a Mazara del Vallo era prevista una fermata allo stagnone di Marsala ed all’imbarcadero di Mozia, il percorso da questo punto in avanti è stato molto interessante e rilassante, infatti le strade scelte sono tutte a bassissima frequentazione e immerse tra i vigneti oppure che costeggiano il mare, ma prima di arrivare allo stagnone di Marsala ed a Mozia siamo stati costretti a pedalare per 12 chilometri lungo la provinciale 21 una delle strade più trafficate della zona, ma dopo questa parentesi “trafficata” imbocchiamo il bivio per Mozia. Mozia è un’isola interna allo stagnone di Marsala dove vi era un insediamento Fenicio. I fenici utilizzarono questa isola come approdo commerciale per gli scambi con l’interno e fu abbandonata quando i greci iniziarono la loro espansione in Sicilia. All’imbarcadero per Mozia (da dove partono le imbarcazioni se si vuole visitare l’isola), è presente un ristoro dove ovviamente ci fermiamo per poter rifiatare e poter prendere qualcosa di fresco per recuperare la fatica accumulata a causa del caldo. La pausa all’imbarcadero dura poco non più di venti minuti, perché la strada è ancora molto lunga e sopratutto è ancora molto calda. La ripartenza è alla volta di Marsala dove passiamo sul lungomare, ma non possiamo fermarci perché troppo tardi, ma passando sul lungomare è possibile vedere le cantine che producono il “marsala” un particolare vino liquoroso con denominazione di origine protetta (D.O.P.), tra le più famose la cantina Florio. Percorrendo tutto il lungomare di Marsala ed uscendo dal paese iniziamo a percorre il lungomare casabianca e dopo 14 km. raggiungiamo il bivio per lido biscione da dove iniziamo ad inoltrarci nelle campagne intorno a Mazara del Vallo. [singlepic id=13 w=120 h=90 mode=web20 float=center] Questo tratto di strada che ci condurrà all’interno di Mazara durerà per poco più di 16 km., in cui abbiamo pedalato immersi tra vigneti carichi di uva pronta per la raccolta e strade con la quasi totale assenza di auto, questo durerà per circa nove km., dopo siamo costretti a prendere, per un tratto di circa tre km e mezzo, la statale 115 che ci condurrà alle porte del paese. Arrivati all’ingresso del paese ci immettiamo sulla strada che ci porterà sul lungomare dove ci aspetta il nostro albergo e soprattutto una doccia tonificante e rigenerante e dopo la cena. Dopo cena siamo andati a visitare la parte più antica di Mazara, la casba il quartiere arabo della città, caratterizzato dal suo dedalo di stradine molto strette e tortuose dove è anche molto facile perdersi se non si conoscono. Dopo la passeggiata decidiamo di andare in uno dei tanti locali presenti sul lungomare di Mazara, sapendo che quella era l’ultima occasione per andare a bere qualcosa tutti insieme e magari restare a ballare in piazza (come si è fatto) fino a tardi e poi a dormire per prepararsi all’ultimo giorno di viaggio.

Giorno 29 agosto (Mazara del Vallo-Campobello di Mazara-Palermo) quarto ed ultimo giorno di viaggio, la lunghezza del percorso è poco più 30 chilometri, infatti dopo aver pedalato per raggiungere la riserva di “lago Preola e gorghi tondi” e le cave di Cusa si è rientrati a Palermo con il treno. Alle 9,30 avevamo appuntamento davanti all’albergo con la guida del WWF che ci ha accompagnato nella visita della riserva di “Lago Preola e Gorghi tondi”, riserva nata nel 1991 ma già tutelata dal 1981 da un decreto dell’assessorato ambiente della regione siciliana per la bellezza dei luoghi. La riserva ha una superficie di circa 335 ha divisi in due zone, la zona A di riserva integrale e la zona B di pre-riserva. La riserva è composta dal lago Preola e da tre piccoli bacini chiamati gorghi distinti tra loro come gorgo basso, gorgo medio e gorgo alto, tutti gli specchi d’acqua sono alimentati dalla falda che affiora lungo le depressioni che sono appunto i laghi. La zona è molto interessante anche per la presenza di molte specie di uccelli (principalmente migratori) che transitano durante la migrazione o svernano i questi luoghi. La riserva è visitabile in tutto l’anno anche se il periodo migliore per le visite sono la primavera e l’autunno per la presenza dei migratori. [singlepic id=12 w=120 h=90 mode=web20 float=right]

Dopo la visita alla riserva ci dirigiamo in direzione di Granitola, piccolo borgo sul mare dove ovviamente andiamo per fare il bagno e successivamente pranziamo. [singlepic id=11 w=120 h=90 mode=web20 float=center] Punta Granitola è conosciuta anche per il faro di Torretta Granitola, uno dei fari attivi della Sicilia, [singlepic id=9 w=120 h=90 mode=web20 float=center] è posizionato in modo da “guardare” l’Africa ed è a metà strada tra Mazara del Vallo e Selinunte. Dopo un paio d’ore di mare ci spostiamo nuovamente nell’abitato dove ci aspettava per il pranzo chi non era venuto a fare il bagno. Il pranzo solito con panini è frutta, con l’aggiunta di qualche trancio di pizza, lo consumiamo sotto gli ombrelloni del negozio dove abbiamo acquistato tutto e dopo un ‘ora di riposo ci rimettiamo in sella per raggiungere il sito di cave di Cusa (che gli antichi chiamavano Latomie). Uscendo dall’abitato di Granitola ci immettiamo sulla strada provinciale SP51 che porta a Campobello di Mazara e percorriamo circa 10 chilometri per arrivare al bivio che porta all’ingresso delle cave, la strada d’accesso alla cave e terrificante, realizzata con pietre ma di certo non collocate nel modo più corretto, infatti il tragitto dal bivio all’ingresso delle cave (per una distanza di 600 metri) si presenta completamente sconnesso e fastidioso per le fortissime vibrazioni che le braccia subiscono. Le cave sono state utilizzate dal 600 a.c. fino al 403 a.c. quando furono abbandonate a causa della guerra contro Cartagine. Le cave servirono per estrarre la pietra che veniva utilizzata per la costruzione della città di Selinunte e dei templi stessi della città. Fu abbandonata quando era ancora in piena attività (infatti quando si entra all’interno della riserva la prima impressione è quella di essere entrati all’interno di un cantiere dove la manovalanza ha appena finito di lavorare) senza che venisse più ripresa, anche perché la conclusione della guerra porto la distruzione di Selinunte. Dopo la visita alle cave ci muoviamo in direzione di Campobello, che dista solamente 3 chilometri, per raggiungere la stazione ferroviaria dove prenderemo il treno per rientrare a Palermo. Rientrati a Palermo andiamo in albergo per sistemarci per l’ultimo pernottamento, e dopo ci muoviamo per andare a cenare in uno dei locali storici di Palermo nonché un simbolo di lotta contro l’usura e la mafia, l’antica focacceria S. Francesco, dove tutti abbiamo gustato i piatti tipici della cucina palermitana e dopo la cena giro notturno della città e visita al santuario di santa Rosalia e delle due terrazze panoramiche per ammirare Palermo dall’alto. Alla fine di questo mini giro turistico, nuovamente tutti in albergo per riposare in vista delle partenze.

Giorno 30Agosto (Palermo) le biciclette non verranno toccate, questo è il giorno dei saluti, il giorno in cui le amicizie che si sono formate devono lasciare il posto alla tristezza di un saluto, chi prima chi dopo tutti i ragazzi si sono spostati o alla stazione, oppure all’aeroporto o al porto.